Torino: report assemblea pagine contro la tortura 9/06/2019

REPORT ASSEMBLEA

– Si è sottolineata l’importanza di partecipare ai processi in video-conferenza dei prigionieri e delle prigioniere in AS2 e 41 bis; questo anche per aumentare le possibilità di comunicare con loro o avere informazioni tramite gli avvocati.

– In generale, anche rispetto a comunicare “all’esterno” (alla parte più sensibile della società) si è data rilevanza alla possibilità di partecipare al processo di ottobre a Roma sul presidio al DAP.

– C’è stata una discussione sul fatto di ricalibrare gli obbiettivi della Campagna: da una parte nel senso di far leva sulla contraddizione dello Stato rispetto alla reale motivazione che sta dietro il 41 bis, che è quella di estorcere confessioni e collaborazione tramite la tortura e non quella sbandierata di spezzare i legami con l’organizzazione di riferimento.
Questo porta ad individuare soggetti politici che in questo momento si sono assunti la responsabilità di gestire tale contraddizione, vedi in particolare i 5 stelle (nuovo capo del DAP)
L’obiezione che si è fatta a questo ragionamento è che in questo modo il dibattito resta ancorato ad un livello di tecnici, politici e addetti ai lavori, ma non investe in generale la società.
A questa obiezione si risponde interrogandosi sul perché lo Stato si guarda bene dal pubblicizzare gli abusi del 41 bis, quando, considerato il clima di giustizialismo presente nella società gli converrebbe… E’ un dato di fatto che il pentitismo, la collaborazione estorta con la tortura alimentano e rafforzano la casta dell’anti-mafia e la sua continuità: pur in assenza di una reale emergenza mafia o terrorismo viene mantenuto questo impianto repressivo.

– Si è poi accennato alla necessità di approfondire la questione meridionale, viste le alte percentuali di detenuti del Sud Italia e delle Isole (al 41 bis pressoché totale). In particolare, si è osservato come il fatto che le caratteristiche del 41 bis vadano estendendosi all’intero regime carcerario possa incrinare questa “fiducia” nello Stato e nell’anti-mafia.

– Infine si è accennato al fatto che in generale la Campagna non confluisce ma converge rispetto alle altre mobilitazioni anti-carcerarie, cioè conserva una propria autonomia.

-tra le proposte “tecniche” si è parlato della possibilità di realizzare un videoclip breve che renda l’idea sul processo in video-conferenza; inoltre di migliorare la comunicazione interna con la creazione di un gruppo, piuttosto che fare una mailing list

Sul piano operativo:

– prossima riunione PCT: domenica 15 settembre a Firenze (CPA h 11)
All’o.d.g la giornata dell’11 ottobre a Roma, eventuale presidio a Spoleto o altrove, punto sulle presentazioni del libro di Attanasio.
– prendere contatto con le realtà calabresi nell’eventualità di un presidio per Davide Delogu a Rossano Calabro.