carcere di Tolmezzo (UD) 16apr2016

SABATO 16 aprile 2016 alle h. 15,00

di fronte al carcere di Tolmezzo (Ud)

contro il carcere e la tortura del 41bis

“PAGINE CONTRO LA TORTURA”
Circa il divieto di ricevere dall’esterno libri e stampe d’ogni genere nelle sezioni 41bis.
Da alcuni mesi chi è sottoposto al regime previsto dall’art. 41bis dell’ordinamento penitenziario non può più ricevere libri, né qualsiasi altra forma di stampa, attraverso la corrispondenza e i colloqui sia con parenti sia con avvocati: i libri e la stampa in genere si possono solo acquistare tramite autorizzazione dell’amministrazione. È un’ulteriore censura, una potenziale forma di ricatto, in aggiunta alle restrizioni sul numero di libri che è consentito tenere in cella.
Il regime del 41bis (che prevede isolamento, restrizioni sui colloqui, esclusione dai benefici,
presenza dei GOM,…) è finalizzato a strappare una “collaborazione”, cioè a costringere, chi lo
subisce, alla delazione. Nessun fine, quindi, legato alla sicurezza quanto piuttosto all’annientamento dell’identità e personalità. Ciò è ancora una volta dimostrato attraverso l’applicazione di quest’ultima ennesima restrizione, visto che leggere e scrivere rappresenta da sempre l’unica forma di resistenza alla deprivazione sensoriale a cui sono quotidianamente sottoposti tutti e tutte le detenute.
Le leggi e le norme di natura emergenziale, col passare del tempo, si estendono cosicché ogni
restrizione adottata nelle sezioni a 41bis prima o poi, con nomi e forme diverse, penetra nelle
sezioni dell’Alta Sicurezza e in quelle “comuni”, contro chi osa alzare la testa.
Lo dimostra la generalizzazione di norme “trattamentali” eccezionali, quali per esempio: l’uso
massiccio dell’isolamento punitivo disposto dall’art. 14-bis o.p., che può essere prorogato anche per parecchi mesi consecutivi, in “celle lisce” e spesso isolate all’interno dell’istituto; o la
“collaborazione” (di fatto) quale condizione essenziale per poter accedere a un minimo di
possibilità “trattamentali” (socialità, scuola, lavoro); oppure la censura (di fatto) della
corrispondenza e la limitazione del numero di libri o vestiti che è possibile tenere in cella.
E’ in corso una campagna che prevede il coinvolgimento di librerie, case editrici, di appassionati/e della lettura, scrittori e scrittrici, viaggiatori tra le pagine, ecc., volta al ritiro del vessatorio divieto di ricevere libri tramite l’invio di libri alle biblioteche delle carceri in cui sono presenti sezioni a regime 41bis, così come ai detenuti e alle detenute che ne facciano richiesta.
Per sostenere questa campagna, denunciare la tortura costituita dal regime 41bis e ribadire che il
carcere non è e non sarà mai una soluzione.