L’Aquila 4 maggio 2018, ancora al fianco di chi lotta. Presidio solidale al tribunale e al carcere

Il 4 maggio a L’Aquila si terrà la quarta udienza che vede la prigioniera delle BR-PCC Nadia Lioce sotto processo per aver osato dimostrare, tramite una serie di battiture contro le condizioni di detenzione che il regime cui è sottoposta impone, di non essere stata ridotta a totale silenzio dalla vendetta dello stato.

Sono passati 13 anni da quando Nadia è rinchiusa all’interno delle sezioni di 41bis, che lo scorso settembre le è stato prorogato – per la durata di altri 2 anni – ancora una volta.

Le persone rinchiuse all’interno del circuito del 41bis non hanno la possibilità di far uscire la loro voce, rendendo pubblica la tortura quotidiana vissuta sui propri corpi e le proprie menti… Ecco che questo processo si è trasformato nell’occasione per poter prendere parola: nell’ultima udienza, lo scorso 24 novembre, Nadia ha presentato alla corte un documento di una decina di pagine in cui ha ritenuto necessario ripercorrere i passaggi della detenzione speciale, dall’art.90 al 41bis, descrivendo la natura vessatoria delle condizioni cui si pretende di sottoporre i detenuti e le detenute in 41bis, contestualizzandole e rendendo chiaro quanto grottesche possano risultare le accuse a lei rivolte in questo processo, nonché più che legittimi i motivi delle sue battiture.

Con queste parole Nadia ci consegna la testimonianza diretta di ciò che stanno facendo a oltre 700 persone sottoposte in Italia al cosiddetto carcere duro, ma che potrebbe in un modo o nell’altro riguardarne molte altre. I paletti della legalità sono nelle mani dello stato, e dove vengano di volta in volta piantati dipende dal terreno fertile che trovano.

Come campagna “pagine contro la tortura” nell’ultimo anno e mezzo, e come compagni e compagne contro il carcere, da una decina di anni a questa parte, abbiamo lanciato a più riprese diversi appuntamenti nel capoluogo abruzzese, proprio per la presenza in quel territorio del supercarcere che rinchiude oltre 100 persone, quasi tutte ristrette in 41bis. Tali mobilitazioni sono inserite in un percorso di lotta anti-carceraria che individua il regime di 41bis come l’apice, la punta di diamante del sistema di repressione italiano, nonché “scuola” per le amministrazioni penitenziarie di tutti gli stati occidentali e non solo.

Così, già lo scorso 24 novembre, in occasione dell’ultima udienza, ci eravamo recate/i a L’Aquila da differenti parti della penisola individuando nel processo a Nadia una doppia occasione: poter solidarizzare con lei e ribadire che il 41bis è tortura. Successivamente alcuni/e di noi hanno ricevuto  delle denunce, che se arriveranno a processo ci forniranno ulteriori occasioni per prendere parola sui motivi che ci spingono a lottare, a non abbassare la testa, a non girarla dall’altro lato per non vedere.

Il 4 MAGGIO, ANCORA UNA VOLTA AL FIANCO DI CHI LOTTA.

SOLIDARIETÀ CON NADIA. CONTRO IL 41BIS E IL SISTEMA CHE SOSTIENE E DIFENDE.

ORE 9:00 presidio davanti al Tribunale ordinario di L’Aquila in Via XX Settembre n. 68.

Di seguito ci sposteremo davanti al carcere per portare un saluto ai detenuti e alle detenute.

CAMPAGNA “PAGINE CONTRO LA TORTURA”

L’Aquila 24 nov. 2017 ore 9,00 presidio al tribunale in solidarietà a Nadia Lioce contro il 41bis

Sono passati 14 anni da quando Nadia Lioce è rinchiusa all’interno delle sezioni a regime di 41bis o.p.
Il 24 novembre a L’Aquila ci sarà la terza udienza che la vede sotto processo per aver osato dimostrare, tramite una battitura fatta con una bottiglia di plastica, di non essere stata ridotta a totale silenzio dalla vendetta dello stato che la vorrebbe, invece, annientata. Le persone rinchiuse all’interno del circuito del 41bis non hanno la possibilità di far uscire la loro voce, rendendo pubbliche le condizioni vessatorie quotidianamente vissute sui propri corpi e le proprie menti.
Ma questo processo ci racconta di una protesta fatta a seguito dell’applicazione della circolare del DAP del 2011 che impediva, ai detenuti e detenute in 41bis, di ricevere libri tramite i colloqui. Unica possibilità richiederne l’acquisto a proprie spese, previa eventuale autorizzazione della direzione carceraria. Un’ulteriore potenziale forma di ricatto che si aggiunge alle altre e che hanno come unico fine l’ottenimento di una ‘collaborazione’, cioè della delazione.

Noi saremo lì quel giorno
In solidarietà con Nadia e con il suo grido di dignità
A fianco di chi lotta dentro le galere
Contro il 41bis

Il 24 novembre alle ore 9.00 presidio davanti al Tribunale ordinario di L’Aquila in Via XX Settembre n. 68.

Di seguito ci sposteremo davanti al carcere per portare un saluto ai detenuti e detenute.

Campagna “Pagine contro la tortura”

 

 

 

7 luglio ’17 (rinviato al 15 settembre): a L’Aquila processo a Nadia Lioce dal 2003 in regime di 41bis

Nadia Lioce verrà processata per aver turbato la “quiete” di un carcere che l’ha sepolta viva!

A L’Aquila il 7 luglio, si è tenuta l’udienza contro la prigioniera rivoluzionaria Nadia Lioce processata per “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone e oltraggio a pubblico ufficiale”. Reati relativi a battiture di protesta, che la detenuta avrebbe messo in atto dopo l’applicazione delle circolari del DAP e la pronuncia della Cassazione del 2014, che hanno stabilito l’impossibilità, per chi è recluso in 41bis, di detenere libri o riviste in cella e di riceverne dall’esterno. Con la sentenza n. 122 della Corte Costituzionale dell’8.02.17, l’odiosa circolare è stata dichiarata definitivamente legittima. L’udienza in video conferenza si è svolta verso le 11.00 al Tribunale dei minori. In assenza dei legali, Nadia Lioce é comunque comparsa in video conferenza dichiarando di aver avuto notizia dell’udienza solo tramite telegramma di uno dei suoi difensori (dei quali solo uno aveva ricevuto la notifica dell’udienza ed era assente perché in convalescenza) e di essere, quindi, completamente all’oscuro dei motivi per i quali la si vuole processare e dei capi di imputazione a suo carico. In ogni caso aveva dato la sua disponibilità ad intervenire al processo, anche in assenza di comunicazioni bilaterali.
Il permesso chiesto dal PM, di procedere comunque nella citazione dei testi, anche in assenza dei difensori di Nadia, è stato negato, rimandando l’udienza al 15 settembre ore 9:30.
In questi anni Nadia Lioce è stata oggetto di ripetuti sequestri di libri, quaderni e altro materiale cartaceo e di cancelleria e ora la si vuole processare per aver turbato la “quiete” di un carcere che l’ha sepolta viva, condannandola al silenzio, a una condizione d’isolamento totale, all’inaccettabile sacrificio della dignità umana, alla mortificazione della sua stessa identità.
A un anno dal presidio fuori dalle mura del carcere di L’Aquila, promosso dalla campagna “Pagine contro la tortura” contro il divieto di ricevere libri nelle sezioni di 41bis, le condizioni detentive già gravi di Nadia, sono addirittura peggiorate. Oltre ai libri, non le vengono consegnati neanche i vaglia per poterli acquistare tramite il carcere. Nadia con la sua presenza in aula, ha espresso un chiaro interesse al non rinviare l’udienza e riteniamo importante sostenere questa sua decisione affinché sia un’occasione in più per denunciare le condizioni cui è sottoposta.
Nelle sezioni di 41bis si vive una condizione di totale isolamento: le persone lì rinchiuse sono sepolte vive. La battitura messa in atto da Nadia è cosa comunissima in tutte le carceri, una modalità di protesta considerata pacifica dagli stessi addetti a quel bieco lavoro. Il processo a Nadia è, quindi, l’evidente conseguenza dell’accanimento vendicativo degli organi repressivi che colpisce chi, nonostante le durissime condizioni di prigionia, ancora “osa” reagire e opporsi, non rinunciando alla propria dignità e identità.
Uno Stato che usa il carcere duro per piegare prigioniere e prigionieri anche rivoluzionari, non agisce solo per vendetta, ma lancia una minaccia alla solidarietà umana e di classe e una promessa repressiva a chi, comunque sia, lotta contro questo ordine sociale intriso di arroganza, iniquità ed esclusione. A L’Aquila il 15 settembre si processerà una donna che continua a ribellarsi a questo sistema di tortura e annientamento dell’identità sociale e politica e noi saremo davanti al tribunale, per chiedere l’abolizione del 41bis per Nadia Lioce e per tutti e tutte.
Perché se c’è una cosa che ancora non possono toglierci è l’umanità e la speranza di un riscatto rivoluzionario.

Riceviamo e pubblichiamo alcune foto di frasi comparse nelle città di Cagliari, Milano e Roma in solidarietà a Nadia e a tutti e tutte coloro che si trovano sottoposti al regime di 41bis.

Liberi tutti libere tutte.

Rete Evasioni

Novara: presidio sotto il carcere — 18 febbraio 2017 ore 14,00

CAMPAGNA PAGINE CONTRO LA TORTURA
PRESIDIO AL CARCERE DI NOVARA DAVANTI ALL’INGRESSO IN VIA SFORZESCA 49

41BIS = TORTURA

Il carcere di oggi è parte di un “sistema penale” articolato, che
distribuisce a piene mani a quanti lottano fogli di via, divieti e
obblighi di dimora, sorveglianza speciale, arresti domiciliari “stretti”
o “larghi”, processi in videoconferenza… Nel tentativo di annichilire
ogni opposizione e spezzare ogni legame di solidarietà, incitando
all’infamia e alla dissociazione.

Il regime del 41bis è la punta dell’iceberg di tutto questo, con le
sue torture bianche e continue vessazione a cui, da quasi un anno, si è
aggiunto il divieto di ricevere libri o qualsiasi altra forma di stampa,
sia attraverso la corrispondenza che i colloqui con parenti o avvocati,
a causa di una circolare del Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria (DAP) con la complicità della magistratura tutta. Il
carcere di Novara non fa eccezione e le dure condizioni in cui costringe
i prigionieri hanno addirittura scomodato il Garante dei detenuti delle
carceri piemontesi che ne ha chiesto la sua chiusura.

Il presidio sotto il carcere di Novara sarà una nuova occasione per
lottare contro la direttiva del DAP e rompere l’isolamento che questa
direttiva vuole ulteriormente amplificare. Sarà anche occasione per
sostenere i prigionieri trasferiti proprio nel carcere locale in seguito
ai violenti pestaggi subiti l’ottobre scorso nel carcere di Ivrea. Tali
pestaggi furono ordinati dalla direzione per zittire le proteste
scatenate dalle condizioni miserevoli in cui versa lo stesso carcere.

SABATO 18 FEBBRAIO PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI NOVARA ALLE ORE 14.00

Contributo presidio Novara