Il 4 maggio a L’Aquila si terrà la quarta udienza che vede la prigioniera delle BR-PCC Nadia Lioce sotto processo per aver osato dimostrare, tramite una serie di battiture contro le condizioni di detenzione che il regime cui è sottoposta impone, di non essere stata ridotta a totale silenzio dalla vendetta dello stato.
Sono passati 13 anni da quando Nadia è rinchiusa all’interno delle sezioni di 41bis, che lo scorso settembre le è stato prorogato – per la durata di altri 2 anni – ancora una volta.
Le persone rinchiuse all’interno del circuito del 41bis non hanno la possibilità di far uscire la loro voce, rendendo pubblica la tortura quotidiana vissuta sui propri corpi e le proprie menti… Ecco che questo processo si è trasformato nell’occasione per poter prendere parola: nell’ultima udienza, lo scorso 24 novembre, Nadia ha presentato alla corte un documento di una decina di pagine in cui ha ritenuto necessario ripercorrere i passaggi della detenzione speciale, dall’art.90 al 41bis, descrivendo la natura vessatoria delle condizioni cui si pretende di sottoporre i detenuti e le detenute in 41bis, contestualizzandole e rendendo chiaro quanto grottesche possano risultare le accuse a lei rivolte in questo processo, nonché più che legittimi i motivi delle sue battiture.
Con queste parole Nadia ci consegna la testimonianza diretta di ciò che stanno facendo a oltre 700 persone sottoposte in Italia al cosiddetto carcere duro, ma che potrebbe in un modo o nell’altro riguardarne molte altre. I paletti della legalità sono nelle mani dello stato, e dove vengano di volta in volta piantati dipende dal terreno fertile che trovano.
Come campagna “pagine contro la tortura” nell’ultimo anno e mezzo, e come compagni e compagne contro il carcere, da una decina di anni a questa parte, abbiamo lanciato a più riprese diversi appuntamenti nel capoluogo abruzzese, proprio per la presenza in quel territorio del supercarcere che rinchiude oltre 100 persone, quasi tutte ristrette in 41bis. Tali mobilitazioni sono inserite in un percorso di lotta anti-carceraria che individua il regime di 41bis come l’apice, la punta di diamante del sistema di repressione italiano, nonché “scuola” per le amministrazioni penitenziarie di tutti gli stati occidentali e non solo.
Così, già lo scorso 24 novembre, in occasione dell’ultima udienza, ci eravamo recate/i a L’Aquila da differenti parti della penisola individuando nel processo a Nadia una doppia occasione: poter solidarizzare con lei e ribadire che il 41bis è tortura. Successivamente alcuni/e di noi hanno ricevuto delle denunce, che se arriveranno a processo ci forniranno ulteriori occasioni per prendere parola sui motivi che ci spingono a lottare, a non abbassare la testa, a non girarla dall’altro lato per non vedere.
Il 4 MAGGIO, ANCORA UNA VOLTA AL FIANCO DI CHI LOTTA.
SOLIDARIETÀ CON NADIA. CONTRO IL 41BIS E IL SISTEMA CHE SOSTIENE E DIFENDE.
ORE 9:00 presidio davanti al Tribunale ordinario di L’Aquila in Via XX Settembre n. 68.
Di seguito ci sposteremo davanti al carcere per portare un saluto ai detenuti e alle detenute.
CAMPAGNA “PAGINE CONTRO LA TORTURA”