Questa mattina un gruppo di compagne/i ha raggiunto la sala info-point al 7° piano del palazzaccio per togliere dalle mani della clandestinità, della censura, dei controlli e sabotaggi di ogni tipo, la mobilitazione dei prigionieri nel carcere di Opera iniziata in ottobre; per estenderne dunque la conoscenza e rafforzarla.
In quella sala, transitata da familiari di prigionieri e da avvocati, abbiamo comunicato direttamente i nostri scopi ciò unito alla diffusione della lettera di richieste, critiche e di più, uscita dal carcere a fine febbraio “Dalla Cayenna di Opera” in cui sono raccolte 128 firme di persone chiuse nel 1° padiglione 4° piano (sezioni A-B-C); lì abbiamo anche aperto uno striscione con la scritta del titolo della lettera. Quel documento è stato portato in tutti gli uffici dei magistrati di sorveglianza responsabili nelle carceri di Milano (S.Vittore, Bollate e Opera).
Nella sala abbiamo trovato attenzione e interesse al punto che i carabinieri, giunti poco dopo con l’idea di sbatterci immediatamente fuori, non sono riusciti ad impedire il nostro intervento a voce alta, compresa la lettura della lettera. Si è riusciti anche ad informare di quanto avveniva “i cronisti di Milano”, sala stampa situata al 3° piano e la “Camera Penale” frequentata da avvocati e avvocatesse.
L’accresciuto numero di carabinieri e chissà chi altri e altre, dopo circa una mezzora, non ci ha impedito di rispondere a tono, anche se spinti in un altro atrio, dove ci hanno identificati e lasciati andare via tutte e tutti assieme.
Mettere a giro questa comunicazione contribuisce anche a frenare il DAP, in particolare la direzione e le guardie del carcere di Opera, a rafforzare la determinazione di chi è dentro, anche in vista del presidio itinerante contro il 41bis fissato contemporaneamente attorno a diverse carceri (Opera, Tolmezzo, Cuneo, Parma, Terni, Ascoli Piceno dove sono attive appunto sezioni rette con quella tortura), per sabato 16 aprile.
Segue il testo della lettera diffusa.
“Dalla Caienna di Opera”
Noi sottoscritti detenuti di Opera del 1° Padiglione Sezioni A-B-C quarto piano, con la seguente vogliamo rendere pubblica ogni violazione sui diritti dei detenuti a cui siamo sottoposti attraverso abusi-umiliazioni-ricatti e falsi rapporti:
chiediamo che:
- ci venga dato il diritto di avere una commissione di detenuti per il controllo del vitto come previsto dagli art. 12 e 27 o.p. perché oltre questo non vengono rispettate le tabelle ipocaloriche e la maggior parte dei detenuti sono costretti allo sciopero della fame forzato e il vitto da anni è sempre uguale.
chiediamo che:
- ci sia garantito il diritto alla salute così come sancito dall’art. 32 stabilito dalla Costituzione della Repubblica italiana per la tutela e il diritto alla salute dell’individuo e della collettività. Qui ci negano il diritto alla salute e per un semplice Aulin o Tachipirina dobbiamo chiederne la prescrizione medica (prima di ammalarci), senza contare i lunghi mesi di attesa per visite specialistiche a persone gravemente ammalate e con gravi patologie tutto questo è inaccettabile.
chiediamo che:
- noi detenuti del 1° Padiglione di avere il diritto di usufruire dei colloqui estivi all’aria aperta come il 2° Padiglione perché tutti i bambini e famigliari sono uguali e invece la direzione usa i colloqui estivi come un’arma di “premio-ricatto”.
chiediamo che:
- venga abolito l’art, 41 o.p. dove il seguente art. dice che: si richiede l’impiego della forza fisica e dei mezzi di coercizione verso i detenuti. Questo ignobile articolo giustifica e rende impuniti abusi-violenze e pestaggi sia a Opera che in tutti i penitenziari italiani.
chiediamo che:
- la direzione la finisca di non concedere l’uso dell’ascensore ai lavoranti spesini-portavitto e costringerli (come schiavi) a trasportare centinaia di kili per le scale sino al 4° piano dato che veniamo pagati con 60 miseri euro mensili.
Per concludere:
abbiamo mille ragioni per rappresentare e scrivere il trattamento discriminatorio e disumano a cui siamo sottoposti al 1° Padiglione. Questo nostro comunicato vuole essere solo l’inizio di una serie di iniziative volte ad ottenere i nostri diritti e il ripristino di quel trattamento che non cade in condizioni disumane e degradanti come quello attuale.
In fede i detenuti.
Seguono le raccolte di firme (qui raccolte in 3 fotocopie, rispettivamente delle Sezioni A-B-C) la cui somma totale è 128.